Coenzima Q10: Il carburante cellulare che non vogliono farti conoscere
La molecola dimenticata perché troppo efficace
C’è un motivo per cui non sentirai parlare spesso del Coenzima Q10 nei corridoi della medicina convenzionale. È troppo utile. Troppo potente. E soprattutto, troppo naturale. In un mondo dove la parola d’ordine è "trattare", non "guarire", il CoQ10 è un’anomalia. Una molecola mitocondriale in grado di cambiare il destino energetico delle tue cellule... e quindi della tua vita.
Perché allora viene banalizzato, ignorato, o classificato come semplice “integratore alimentare”? Perché una molecola così cruciale per la sopravvivenza cellulare non è il perno di ogni trattamento medico per stanchezza cronica, neurodegenerazione, infarto o infertilità?
È semplice: il CoQ10 non è brevettabile, non genera profitti miliardari e soprattutto, funziona. E quando qualcosa funziona davvero senza bisogno di farmaci di sintesi, diventa un problema per il sistema.

Cosa fa davvero il CoQ10 (e perché nessuno te lo dice)
Il CoQ10 è presente in ogni singola cellula del nostro corpo. È responsabile del trasporto degli elettroni nei mitocondri: è lì che si produce l’ATP, ovvero l’energia cellulare. Senza CoQ10, le cellule rallentano, degenerano, muoiono.
Ecco cosa succede quando i livelli sono bassi (spesso dopo i 30 anni o con uso di farmaci come le statine):
- Stanchezza cronica
- Calo della libido
- Perdita muscolare
- Depressione
- Disfunzione mitocondriale
- Invecchiamento precoce
Eppure, anziché integrare questa molecola chiave, cosa si fa? Si prescrivono antidepressivi, statine, betabloccanti... che peggiorano ancora di più la produzione di CoQ10. Un circolo vizioso perfettamente funzionale a chi vende farmaci.
Ubichinone o ubichinolo? Ti vendono quello sbagliato apposta?
La maggior parte degli integratori in commercio contiene ubichinone, la forma ossidata del CoQ10. Peccato che il corpo, per utilizzarla, debba convertirla in ubichinolo, la forma attiva. E sai cosa? Con l’età, lo stress ossidativo, la tiroide lenta o l’esposizione ai metalli pesanti, questa conversione diventa inefficiente o impossibile.
Quindi: il CoQ10 che prendi non funziona come dovrebbe. Ma non te lo diranno mai.
Ubichinolo, invece, è subito disponibile per i mitocondri. Costa di più? Sì. Per questo viene spinto meno. Eppure è l’unico a fare davvero il lavoro sporco: fornire elettroni per creare ATP, disintossicare le cellule, riparare le membrane mitocondriali.
Il duo che spacca: CoQ10 + PQQ
Ora arriva la parte che molti ignorano (volutamente). Il CoQ10 non stimola la nascita di nuovi mitocondri. Migliora la funzione di quelli esistenti, ma se hai pochi mitocondri o sono danneggiati, serve altro. Entra in scena il PQQ (Pyrroloquinoline quinone).
Mentre il CoQ10 ricarica, il PQQ rigenera. Stimola la biogenesi mitocondriale. Crea nuovi “motori” cellulari.
Studi dimostrano che la combinazione dei due:
- Aumenta l’energia mentale e fisica
- Riduce il cortisolo
- Migliora memoria e concentrazione
- Potenzia fertilità maschile e femminile
- Protegge cuore e cervello
Questa sinergia è l’equivalente molecolare di un reset cellulare. Ma ovviamente non la troverai nei protocolli ospedalieri.
Chi ha bisogno del CoQ10 (spoiler: quasi tutti)
- Chi assume statine (il CoQ10 viene bloccato)
- Chi ha problemi tiroidei (conversione rallentata)
- Chi soffre di fatica cronica, fibromialgia, ipotonia muscolare
- Chi ha malattie neurodegenerative
- Chi è in menopausa o post-partum
- Chi cerca una gravidanza
- Chi ha infarti, insufficienza cardiaca, aritmie
- Chi vuole rallentare l’invecchiamento
Il problema non è il CoQ10… sei tu che inizi a svegliarti
Ti hanno detto che basta mangiare sano. Ti hanno detto che è solo un integratore. Ti hanno detto che “non servono prove”. In realtà, le prove ci sono. Solo che non le trovi sulle pagine sponsorizzate da Big Pharma. Le trovi nei lavori di Linus Pauling, nei paper clinici non pubblicizzati e nelle ricerche indipendenti.
Il problema non è che il CoQ10 non funzioni. Il problema è che se funziona, tu inizi a non avere più bisogno del sistema. E per il sistema, tu devi essere un paziente, non un individuo energico e autonomo.