Linus Pauling: Eroe della Scienza o Fanatico della Vitamina C? Una storia tra Nobel, polemiche e verità scomode

Linus Pauling: Eroe della Scienza o Fanatico della Vitamina C? Una storia tra Nobel, polemiche e verità scomode

C’è chi vince un Premio Nobel nella vita. C’è chi ne vince due. E poi c’è Linus Pauling: uno dei più grandi chimici del ‘900, rivoluzionario, attivista, scienziato carismatico... e per molti, completamente fuori strada negli ultimi decenni della sua vita.

Pauling è l’unico nella storia ad aver vinto due Nobel non condivisi: uno per la Chimica (1954), per il suo lavoro sulla natura del legame chimico, e uno per la Pace (1962), per la sua opposizione alle armi nucleari. Applausi a scena aperta. Ma appena iniziò a parlare di vitamina C, la platea cominciò lentamente a svuotarsi. La comunità scientifica, quella “seria”, iniziò a storcere il naso. Ma Pauling non arretrò di un millimetro.

La vitamina C: miracolo sottovalutato o delirio biochimico?

Negli anni ’70, Pauling cominciò a sostenere pubblicamente che alte dosi di vitamina C potessero fare miracoli: prevenire raffreddori, migliorare la salute cardiovascolare e persino curare il cancro. A dirlo non era un ciarlatano su TikTok, ma uno dei chimici più decorati del secolo. Eppure fu trattato con lo stesso scetticismo.

Pubblicò studi, scrisse libri per il grande pubblico e fondò il Linus Pauling Institute. Insieme al medico britannico Ewan Cameron, pubblicò uno studio nel quale si sosteneva che pazienti oncologici terminali trattati con vitamina C vivevano più a lungo. Fu una bomba. Ma il sistema rispose presto: studi successivi non replicarono gli stessi risultati, e le istituzioni mediche bollavano le sue idee come infondate, non riproducibili, pericolosamente illusorie.

 

Ma davvero aveva torto?

Questa è la parte interessante. A distanza di decenni, la scienza sta tornando indietro a rileggere Pauling. Oggi sappiamo che la vitamina C ha un impatto sul sistema immunitario, sulla rigenerazione tissutale, sulla produzione di collagene, e che può agire come antiossidante potente. Ma non è tutto. Studi recenti sull’utilizzo di vitamina C endovena ad alte dosi in oncologia stanno dando risultati promettenti, proprio come Pauling aveva suggerito, solo che ora non lo si dice troppo forte per non dargli ragione postuma.

Inoltre, nel campo della medicina ortomolecolare – da lui stesso battezzata – si sta facendo strada un’idea rivoluzionaria: non tutti i corpi funzionano con le stesse “dosi minime raccomandate”. Per alcuni, megadosaggi (sotto controllo medico) possono fare la differenza.

 

Pauling era un fanatico?

Dipende da chi lo giudica. Per Big Pharma e la medicina istituzionale, sì: un grande scienziato caduto nell’errore della convinzione personale, che ha confuso le sue intuizioni con evidenze. Ma per altri, era un visionario perseguitato, un uomo capace di anticipare concetti oggi alla base della medicina funzionale, dell’epigenetica, della biochimica applicata al benessere.

In fondo, non sarebbe la prima volta che la scienza “ufficiale” bolla come eretico chi ha solo alzato troppo presto il velo su qualcosa di nuovo. L’elenco è lungo e imbarazzante: da Galileo a Semmelweis.

 

Quindi chi aveva ragione?

La verità, come sempre, sta nel mezzo. Pauling fu sicuramente provocatorio. A volte esagerato. Eppure molte delle sue intuizioni sono oggi oggetto di studio serio, e non pochi ricercatori stanno rivalutando il ruolo della vitamina C in ambiti che fino a pochi anni fa erano un tabù.

Certo, non esiste una “pillola magica”, e Pauling stesso non aveva prove assolute. Ma il punto è che ebbe il coraggio di andare controcorrente, di sfidare il dogma e di dire: “Forse stiamo sottovalutando qualcosa di molto semplice, ma fondamentale.”

 

In conclusione: pazzo o profeta?

Linus Pauling è stato entrambe le cose, a modo suo. Forse troppo geniale per essere capito del tutto, forse troppo ostinato per mollare anche quando tutti gli voltavano le spalle. Ma una cosa è certa: ci ha lasciato un’eredità scomoda, affascinante, e ancora tutta da esplorare.

 

E se la prossima volta che prendi una bustina di vitamina C ti senti un po’ strano… tranquillo. Sei solo in compagnia di uno dei più grandi scienziati della storia.