Tra formule, sigle e confusione, il magnesio resta uno degli integratori più consigliati ma meno compresi. E se ci fosse un motivo per cui non ci spiegano mai davvero quale serve al nostro corpo?
Se cerchi “magnesio” online, trovi di tutto: magnesio supremo, pidolato, citrato, bisglicinato… Tutti “miracolosi”, tutti “adatti a ogni esigenza”. Ma è davvero così?
Perché nessuno ci spiega in modo chiaro quale forma è meglio per noi? E soprattutto: perché dovremmo assumerlo con più consapevolezza, senza seguire ciecamente la pubblicità o il consiglio vago “tanto uno vale l’altro”?

Il grande equivoco sul magnesio
Quando si parla di magnesio, la maggior parte delle persone pensa a un’unica, generica “polverina magica” da sciogliere in acqua. Ma la realtà è ben diversa: dire “prendo il magnesio” senza specificare quale forma si sta assumendo è come dire “prendo una medicina” senza sapere quale, a cosa serve o come agisce.
Un approccio troppo generico che porta spesso a due situazioni opposte ma ugualmente dannose: o il magnesio non funziona, oppure provoca effetti collaterali come crampi intestinali, gonfiore, o peggioramento della stanchezza.
Il punto è che non tutti i magnesi sono uguali. Ogni forma ha caratteristiche diverse: alcune agiscono meglio sul sistema nervoso, altre sull’intestino, altre ancora sono praticamente inutili (ma molto vendute).
Eppure, questa distinzione fondamentale raramente viene spiegata. Né dai farmacisti oberati di clienti, né da chi vende integratori in modo generalizzato. Il risultato? Ci si affida al passaparola o al prodotto più “modaiolo”, senza sapere se sia davvero quello adatto al proprio corpo.
Ma allora, come mai c’è tutta questa confusione? Forse perché… chiarire troppo significherebbe vendere meno?
Le forme più comuni di magnesio: a cosa servono e cosa non ti dicono
Nel mondo degli integratori, il magnesio si presenta sotto svariate forme, ma quasi nessuno sa davvero cosa significhino quei nomi complicati scritti sull’etichetta. Eppure, è lì che si nasconde la chiave per capire se un integratore funzionerà… o sarà solo uno spreco di soldi.
Ecco alcune delle forme più diffuse – e cosa nessuno ti dice davvero:
- Magnesio ossido: il più economico, spesso presente nei prodotti da banco. Peccato che sia quasi inutilizzabile dal corpo (biodisponibilità bassissima) e possa causare effetti collaterali intestinali come diarrea o crampi.
→ Perché si usa tanto? Costa pochissimo.
- Magnesio citrato: meglio assorbito, utile per problemi di stipsi o rallentamento intestinale. Ma attenzione: non è indicato per chi ha colon irritabile o tendenza alla diarrea.
→ Viene spesso venduto come “universale”, ma non lo è affatto.
-Magnesio pidolato: Utile per stress, affaticamento mentale, cefalee, supporto del sistema nervoso.
→Viene spesso consigliato perché attraversa la barriera emato-encefalica, ma non è ideale per i disturbi muscolari.
- Magnesio bisglicinato: altamente biodisponibile, legato a un amminoacido (glicina) che lo rende calmante e utile per ansia, insonnia, sindrome premestruale, emicranie.
→ Uno dei migliori… ma anche uno dei meno consigliati. Strano, no?
- Magnesio taurato: utile per chi ha disturbi cardiovascolari, palpitazioni, o ipertensione.
→ Poco conosciuto, ma può fare la differenza in soggetti sensibili.
- Magnesio malato: spesso consigliato per la stanchezza cronica e la fibromialgia, grazie alla presenza di acido malico.
→ Ottimo per chi ha bisogno di energia, ma quasi mai viene spiegato bene.
- Magnesio treonato: l’unico che attraversa efficacemente la barriera emato-encefalica. Ideale per concentrazione, memoria, stress cognitivo.
→ Costoso e poco diffuso, ma con un potenziale enorme.
Insomma, ogni forma ha un ruolo, un’azione specifica, ma tutto questo viene raramente spiegato. E così si continua a consigliare “il magnesio”, come se fossero tutti uguali. Spoiler: non lo sono.
Perché il magnesio è così importante, ma ci fanno credere sia opzionale
Il magnesio è uno dei minerali più essenziali per la vita, coinvolto in oltre 300 reazioni enzimatiche fondamentali per il funzionamento del corpo umano. Eppure, viene spesso trattato come un integratore “facoltativo”, una sorta di bonus da prendere “quando ti ricordi” o “se ne hai bisogno”. Ma cosa significa davvero “averne bisogno”? E chi decide se ne hai bisogno?
Il magnesio partecipa alla produzione di energia (ATP), alla sintesi di DNA e RNA, alla contrazione muscolare, al ritmo cardiaco, alla regolazione della pressione, al rilassamento del sistema nervoso, al corretto funzionamento del ciclo mestruale, della digestione e perfino al buon umore.
Soffri di insonnia, sbalzi d’umore, ansia, crampi, mal di testa ricorrenti, sindrome premestruale, colon irritabile, affaticamento cronico o muscoli tesi anche a riposo? Potresti avere una carenza di magnesio.
E la cosa più inquietante è che potresti averla anche se i tuoi esami risultano “a posto”.
Il motivo? I comuni esami del sangue misurano solo l’1% del magnesio totale presente nel corpo, cioè quello circolante nel plasma. Il restante 99% si trova nelle cellule e nelle ossa, ed è lì che avvengono le reazioni che regolano la tua salute. Tradotto: puoi avere una carenza intracellulare anche con valori nel “range di normalità” del laboratorio.
Questa disconnessione tra la realtà clinica e i parametri di laboratorio è il motivo per cui molte persone stanno male senza sapere il perché. Gli viene detto che è “tutto nella norma”, ma si sentono esausti, contratti, nervosi, insonni, o con dolori cronici inspiegabili. Eppure, nessuno approfondisce. Nessuno dice loro: hai controllato il tuo magnesio cellulare?
Il magnesio è un regolatore universale del benessere, ma nella narrazione ufficiale viene trattato come un dettaglio. Un’aggiunta. Un “puoi prenderlo, male non fa”.
Ma se davvero “non fa male”, perché non viene mai consigliato in modo mirato, personalizzato, preventivo?
Forse perché un corpo equilibrato, con un sistema nervoso calmo e reattivo, con un ciclo regolare, una digestione efficiente e un sonno profondo… compra meno farmaci.
E allora sì, il magnesio diventa quasi “scomodo”.
Perché non te lo spiegano bene? Una questione di business
Hai mai notato che più un integratore è pubblicizzato, meno è efficace? Il mercato degli integratori di magnesio è immenso, ma dominato da confusione e marketing aggressivo. Nessuno ti spiega davvero qual è la forma migliore per te. Perché? Perché la confusione genera vendite. Se non sai quale scegliere, finisci per provarne mille. E più provi, più compri.
Dietro l’apparente “libertà di scelta” c’è una strategia precisa: mantenerti nel dubbio, farti sentire “quasi bene” ma mai completamente, così che continui a cercare la formula magica nel prodotto successivo. Le forme più economiche e meno biodisponibili, come l’ossido di magnesio, sono ovunque. Quelle più efficaci — come il bisglicinato, il treonato o il taurato — sono spesso relegate a marchi di nicchia, senza pubblicità, senza testimonial famosi. Perché non rendono abbastanza? O forse… perché funzionano davvero?
In tutto questo, il ruolo di un professionista indipendente diventa cruciale. Qualcuno che non ha interesse a venderti quel prodotto, ma solo a farti stare bene. Un naturopata, un medico funzionale o un terapeuta esperto che valuti i tuoi sintomi, le tue analisi, il tuo stile di vita e ti consigli quello che serve a te, non quello che va di moda.
Il problema non è il magnesio in sé. È come viene raccontato, venduto e spesso banalizzato. Non è un placebo da banco: è un regolatore potente, che agisce in profondità. E merita di essere trattato come tale, non come l’ennesimo integratore da prendere “tanto per”.
Come scegliere il magnesio giusto per te
Scegliere il magnesio adatto non è così semplice come sembra: ogni forma ha proprietà diverse, e ciò che funziona per una persona può essere inutile – o addirittura fastidioso – per un’altra. La prima distinzione da fare è in base ai sintomi:
- Se soffri di ansia, irritabilità o insonnia, forme come il glicinato o il taurato sono le più indicate per il sistema nervoso.
- Per crampi muscolari o dolori mestruali, meglio orientarsi sul citrato o cloruro, che agiscono a livello muscolare.
- In caso di stitichezza, il magnesio ossido può essere utile, ma va dosato con attenzione.
Un altro fattore chiave è la tolleranza intestinale: alcune forme (come il citrato o ossido) possono avere effetto lassativo, sconsigliato se si soffre di colon irritabile o diarrea. In quel caso, meglio optare per il bisglicinato o malato, più delicati sull’apparato digerente.
Infine, conta anche lo stile di vita:
- Se sei spesso sotto pressione, dormi poco o pratichi sport intensi, il tuo fabbisogno di magnesio aumenta.
- Se segui una dieta raffinata o povera di vegetali, potresti essere carente senza saperlo.